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Quando Firenze era il salotto di Mussolini
La finalità della presente pubblicazione è quella di aver voluto descrivere ed illustrare in maniera il più possibile esaustiva e corretta, le importanti opere eseguite durante il periodo fascista a Firenze. Fu infatti in quel famoso “ventennio” in cui si spense ogni voce di dissenso, che si dette l’avvio ad un fitto programma d’iniziative sociali e culturali, nonché all’attuazione d’innumerevoli lavori pubblici su tutto il territorio nazionale.
Soprattutto a Firenze, venne rivalutata l’edilizia monumentale e dell’arredamento urbano, con alcune pregevoli opere d’ingegneria e architettura veramente degne di memoria storica. La città si presentava allora priva di strutture di servizio, specialmente nelle periferie, sorte disordinatamente agli inizi del secolo e divenute subito scadenti per la mancanza non solo del verde pubblico ma soprattutto di adeguate attrezzature sociali.
Fu appunto in quegli anni Trenta, che si elaborò un vasto programma di riordinamento urbanistico che interessò tutta la città. Fortunatamente alcune di quelle opere che avrebbero senz’altro comportato massicce demolizioni e sconvolto l’antico tessuto urbano, non furono portate a termine per l’improvviso scoppio del secondo conflitto mondiale.
Certamente la notevole e frenetica attività svolta dal regime in ogni campo, nel breve periodo compreso fra il 1930 ed il 1940, fu possibile solo perché si operò in mancanza di una vera e propria opposizione politica per cui il “regime d’azione”, ignorando sistematicamente i pochi dissensi, promosse iniziative assai ardue che trovarono immediato riscontro nella realtà.
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